L'Omeopatia classica unicista di Samuel Hahnemann

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L'Omeopatia classica unicista di Samuel Hahnemann

La nascita dell’Omeopatia Classica Unicista: Samuel Hahnemann

L'omeopatia fu scoperta e divulgata agli inizi del 1800 dal medico tedesco Samuel Hahnemann.

S. Hahnemann nacque in Sassonia il 10 aprile del 1755, da una famiglia umile; il padre era decoratore in una fabbrica di porcellane. Pur non volendo che il figlio studiasse diede al giovane Samuel quella che lui stesso chiama "un'ottima educazione morale", mediante delle lunghe passeggiate durante le quali dava al figlio lezioni di pensiero e di botanica. Lo stesso S. Hahnemann scagiona il padre nella sua autobiografia, dove afferma che l'apparente negligenza del padre nel non volerlo far studiare era più che giustificata dallo scarso reddito col quale doveva mantenere e mandare alle scuole dell'obbligo molti altri figli. Comunque i precettori di S. Hahnemann  non vollero abbandonare quel ragazzino in cui già s’intravedevano doti eccezionali e gli concessero all'età di 12 anni di mantenersi da solo alla scuola privata, impartendo lezioni di greco antico ai suoi coetanei.

La carriera universitaria

Quando lasciò la scuola H presentò una tesi in latino intitolata "Le meraviglie della mano umana" e nel 1775 si trasferì a Lipsia dove cominciò gli studi alla facoltà di medicina. Per mantenersi all'università iniziò il lavoro di traduttore che avrebbe poi ripreso nei periodi più bui della sua vita, frequentando le lezioni di giorno, e traducendo di notte. Tanto per dare un'idea, all'età di 20 anni, S. Hahnemann conosceva alla perfezione il greco, il latino, l'inglese, l'italiano, l'ebraico, il siriano, l'arabo, lo spagnolo, il tedesco, e aveva un'infarinatura di caldeo. Non soddisfatto della facoltà di Lipsia, si trasferì alla famosa scuola medica di Vienna nel 1777, dove strinse amicizia con il medico di corte dell'imperatrice Maria Teresa, nonché rettore dell'università di Vienna. Costui, resosi conto del genio del suo giovane amico, gli procurò un posto di bibliotecario presso un barone nella città di Hermanstoel, dove S. Hahnemann poté indisturbato proseguire i suoi studi. In quest’enorme biblioteca, dove aveva il compito di catalogare, approfondì varie altre discipline, dalla numismatica alla botanica, alle scienze esoteriche, di cui in seguito si dimostrò maestro: si parla, infatti, di lui anche come di un grande alchimista.

La tesi di Laurea di S. Hahnemann: "Valutazioni dell'etologia e terapia delle affezioni spastiche"

Il 10 agosto del 1779 era finalmente pronto a laurearsi in medicina, all'università di Erlangen, dove le tasse universitarie erano meno care, con una tesi intitolata "Valutazioni dell'etologia e terapia delle affezioni spastiche" che fu prontamente pubblicata.

In Sassonia S. Hahnemann comincia la sua carriera di Medico

Tornò quindi in Sassonia dove esercitò la professione di medico fino al 1781. Poi si trasferì a Dessau dove l'ambiente era più vivo e a lui più congeniale. Qui s’interessò oltre che di medicina, di estrazione e fusione dei metalli, nelle vicine miniere, nonché di chimica e di pratica farmaceutica, presso il farmacista Haseler, di cui sposò la figlia. Nel 1784 nacque la prima figlia Henrietta. Con la famiglia S. Hahnemann si trasferì a Gommern, dove cominciò ad esercitare come medico condotto, e continuò il lavoro di traduzione con libri di Demachy sull’ "arte della fabbricazione dei prodotti chimici". Nelle sue traduzioni S. Hahnemann corregge errori, aggiunge citazioni e metodi migliorativi dei test, tanto che l'opera nel giornale di chimica del tempo, è citata come il più completo trattato sulla fabbricazione dei prodotti chimici.

Pubblica un libro su: trattamento delle piaghe e delle ulcere croniche

Pubblica inoltre, e siamo nel 1784, la sua prima opera medica, un libro sul trattamento delle piaghe e delle ulcere croniche. Già da questo testo si capisce lo scontento di S. Hahnemann verso i metodi della medicina dell'epoca. Dice, infatti: " l'uso delle sostanze curative che noi medici utilizziamo siano esse semplici e naturali o artificiali, non si basa su null'altro che sull’applicazione delle rozze deduzioni spontanee della gente comune e spesso il medico trae deduzioni dalle conseguenze degli effetti dei cosiddetti rimedi domestici, deduzioni che hanno per noi valore inestimabile.". Ammette inoltre che probabilmente buona parte dei suoi pazienti sarebbero stati bene anche senza il suo intervento. Si deduce da qui il suo sconforto per non aver nulla di scientifico su cui basare le sue prescrizioni e la sfiducia nella medicina del suo tempo. In una successiva lettera pubblicata sul Medical Jornal, tale sfiducia si rende manifesta. Dice S. Hahnemann: " non potevo curare coscienziosamente le ignote affezioni morbose dei miei fratelli malati, con farmaci sconosciuti, che essendo sostanze molto attive, possono facilmente procurare la morte o malattie croniche più difficili da curare della malattia iniziale. Diventare l'assassino o il torturatore dei miei fratelli malati è per me un'idea tanto terribile, da farmi rinunciare alla medicina per dedicarmi alla chimica e alle attività letterarie, tuttavia non dubito che Dio abbia stabilito metodi semplici e certi per guarire i malati, e che essi siano alla portata delle nostre mani.". Nel 1784 diede le dimissioni dall'impiego di medico condotto e si stabilì a Dresda. Qui non esercitò la professione medica, ma si dedicò alle traduzioni.

Nel 1786 pubblica un altro libro: " Sull'avvelenamento da arsenico: suo trattamento ed indagine medico-legale"

A Dresda nacquero altri due suoi figli e pubblicò nel 1786 un'opera propria dal titolo: " Sull'avvelenamento da arsenico: suo trattamento ed indagine medico-legale".

Nella prefazione del libro S. Hahnemann dice:" Numerose cause che non oso elencare disonorano da secoli la dignità della divina scienza medica e l'hanno ridotta ad una spregevole attività per guadagnarsi il pane. Un'erronea interpretazione dei sintomi, un degradante traffico di ricette, un indegno commercio, confonde i veri medici con il branco dei truffatori e dei mercanti della medicina.

Nel 1879 pubblica: “Sul metodo esatto di preparazione del mercurio solubile”

Nel 1789 H pubblica inoltre un'altra sua opera fondamentale:" Sul metodo esatto di preparazione del mercurio solubile.". I chimici del tempo cercavano infatti per la cura della sifilide un preparato del mercurio che fosse meno corrosivo del mercurio sublimato, muriato , o solfato, allora in voga.              S. Hahnemann ottenne il risultato desiderato usando ferro ed acido nitrico.

Traducendo la materia medica di Cullen scoprì la “Legge dei Simili” (Similia similibus curentur)

Nel 1789 si ritrasferisce a Lipsia e qui gli affidano la traduzione della materia medica di Cullen. Questo è il passo decisivo per la scoperta della legge dei simili. Nel secondo volume di questo libro Cullen dedica circa 20 pagine alla Cortex Peruvianis, cioè la corteccia di china, e ne spiega gli usi terapeutici nella cura delle febbri remittenti ed intermittenti.

S. Hahnemann fu colpito dall'uso di questo farmaco e qualcosa lo spinse a sperimentare il farmaco su di sé per studiare gli effetti che avrebbe provocato su un soggetto in perfetta salute. In una nota del libro da tradurre compare questa frase di S. Hahnemann:" Le sostanze che provocano un certo tipo di febbre, come il pepe, l'aconito, l'ignatia e l'arsenico, eliminano anche quel tipo di febbri." Per fare un esperimento prese un sedicesimo di oncia due volte al giorno di china di buona qualità. Comparvero in breve tutti i sintomi della febbre intermittente, uno dopo l’altro, ma senza la tipica fredda, tremante rigidità. Ogni volta questo parossismo durava dalle due alle tre ore e tornava al ripetere della dose, non altrimenti. L'esperimento lo condusse più in là di quanto avesse previsto; non gli insegnò soltanto gli effetti fisiologici della china, ma gli mostrò anche che questi effetti erano apparentemente uguali ai sintomi della malattia per cui era stata somministrata con innegabile successo.

Allora si chiese: la china produce gli stessi sintomi che elimina? Produce e cura la malattia in egual misura? La china era chiamata rimedio specifico: il potere curativo specifico dei medicamenti si fonda allora sì questo principio, cioè essi stimolano tutti una malattia che imita quella stessa malattia che curano? Sperimentò allora su se stesso e su amici sani uno specifico dopo l'altro ottenendo sempre lo stesso risultato: ogni rimedio con un potere curativo specifico riconosciuto provocava una falsa malattia simile a quella di cui era considerato rimedio specifico. Ma quasi ogni specifico produsse molti più sintomi di quelli diagnostici di una qualunque malattia, e ciò fece nascere in S. Hahnemann la speranza di trattare specificamente un numero di malattie superiore a quello trattato fino allora. Cominciò quindi a studiare tutte le materie mediche e la storia degli avvelenamenti. Si dedicò quindi per sei anni alla sperimentazione su soggetti sani, e allo studio dei medicamenti.

1796 pubblica su un giornale di medicina " Saggio su un nuovo principio di individuazione dei poteri curativi dei farmaci" in cui presenta la sua nuova teorica “SIMILIA SIMILIBUS”

Nel 1796 sul secondo numero del giornale di medicina pubblicò un articolo intitolato:" Saggio su un nuovo principio di individuazione dei poteri curativi dei farmaci", nel quale presentava la sua nuova teoria "SIMILIA SIMILIBUS" e diceva:" Ogni sostanza medicamentosa potente produce nell'organismo umano una sorta di malattia ad esso peculiare e più potente. Dovremo imitare la natura che talvolta cura una malattia cronica con un'altra supplementare, e usare nella cura delle malattie, di quelle croniche in particolare, quel rimedio che è in grado di procurare un'altra malattia, artificialmente prodotta ma molto simile, e la prima sarà guarita."

S. Hahnemann allora usava abitualmente un solo rimedio per volta, prescriveva in base alla legge dei simili, ed era solito preparare e dispensare i suoi medicamenti senza ricorrere ai farmacisti. Con tutti gli scritti di questo periodo, cercò di indurre i suoi colleghi a sperimentare il suo metodo di prescrizione di rimedi specifici, secondo una regola ben precisa. Ma i suoi sforzi furono inutili perché aveva ricominciato ad esercitare la professione e quindi suscitato l'invidia dei suoi colleghi, i quali indussero anche i farmacisti a fargli causa, poiché egli dispensando farmaci propri interferiva con la loro professione.

 

Nel 1810 pubblica la prima edizione del " ORGANON DELL' ARTE DEL GUARIRE".

L'Organon è considerato dai medici omeopati il libro più importante di S. Hahnemann perché nelle sue pagine l'autore spiega tutta la sua legge di cura. Contiene infatti una esposizione completa ed esauriente di scoperte, esperimenti, ed opinioni di S. Hahnemann sul processo di guarigione dei malati. Il libro è composto da due parti: l' introduzione e l'Organon vero e proprio. La prima parte dell'introduzione è dedicata all'analisi del metodo imperfetto e sbagliato, e alla definizione della vecchia scuola medica. Nella seconda parte dell'introduzione ci sono numerosi esempi, tratti da opere mediche, di cure inconsapevolmente attuate dai medici secondo la legge dei simili. Queste citazioni provengono dal lungo elenco delle opere classiche della medicina da Ippocrate in poi. Nell'Organon vero e proprio, S. Hahnemann fornisce invece indicazioni complete ed accurate sulla preparazione omeopatica dei rimedi, definisce la giusta grandezza della dose, espone per esteso la dottrina omeopatica, spiega perché le piccole dosi omeopatiche possano curare e curino rapidamente, e da istruzioni complete per eseguire le sperimentazioni. Le cinque edizioni dell'Organon pubblicate durante la vita di S. Hahnemann sono leggermente diverse l'una dall'altra, e noi ci rifacciamo alla sesta edizione postuma, ma la dottrina basilare è la stessa: vale a dire che il dovere del medico è curare il malato il più dolcemente e rapidamente possibile. Nel 1811 S. Hahnemann si trasferì a Lipsia, grande centro medico, per impegnarsi più attivamente nella divulgazione del suo nuovo metodo con delle lezioni.

Alla fine egli rinunciò all'idea di cambiare le opinioni preconcette dei medici anziani, e si rivolse ai medici giovani e agli studenti, che non erano ancora aggrappati al pregiudizio e desideravano sottoporre con imparzialità queste nuove e sorprendenti teorie mediche ad una ragionevole verifica.

Formò subito con gli studenti raccolti a Lipsia un gruppo selezionato a loro insegnò i principi teorici dell'omeopatia proseguendo i suoi studi di nuovi rimedi su sperimentatori sani. Tutto questo lavoro di sperimentazione portò alla pubblicazione della:" MATERIA MEDICA PURA".

Nel 1828 H fece uscire un altro libro di fondamentale importanza, intitolato:  "LE MALATTIE CRONICHE."

Questo testo era la risposta di H ad un grande interrogativo, e cioè perché residuassero sempre alcuni disturbi che l' omeopatia sembrava non curare. Queste malattie erano di lunga data, cioè croniche, e per un certo tempo si attribuì il fallimento all'esiguo numero di rimedi omeopatici allora esistenti. S. Hahnemann invece nel suo nuovo testo ci presenta la psora, infezione latente dell'organismo che impedisce di curare alcune forme morbose, nonché le due diatesi o malattie croniche che da essa derivano: la sicosi e la sifilide. Ma su questo argomento torneremo più avanti. Il nuovo libro di S. Hahnemann sulla causa e sul corretto trattamento delle malattie croniche, suscitò grandi discussioni e controversie fra i membri della scuola omeopatica e fu molto deriso dalla scuola allopatica, che si fregiava del titolo di razionale. Nel libro è però chiaro che S. Hahnemann usò il termine "psora" per indicare ogni tipo di malattia della pelle, e non solo la scabbia; è inoltre evidente che S. Hahnemann sapeva dell'esistenza dell'acaro della scabbia fin dal 1791. Infatti in una traduzione della materia medica di Monro in una nota a piè pagina si legge:" in un recente caso di eruzione pruriginosa ho osservato che facendo lavare il paziente con una soluzione satura di idrogeno solforato, l'affezione scompariva in pochi giorni e non si ripresentava. Ho osservato spesso questo fenomeno e concordo con coloro che attribuiscono la malattia ad una causa vivente." Il primo volume delle Malattie Croniche contiene saggi sulla natura della psora, sicosi e sifilide, nonché istruzioni per la preparazione dei rimedi omeopatici. I rimanenti tre volumi contengono invece le sperimentazioni dei rimedi antipsorici.

Nel 1830 morì la moglie di S. Hahnemann di una grave forma polmonare. Nel 1835 si risposò con Mademoiselle D' Hervilly e i due si trasferirono a Parigi. Fino alla fine S. Hahnemann esercitò la sua professione senza ostacoli o impedimenti, protetto dall'ospitalità francese. Dopo una vita agitata da molte avversità, aveva finalmente trovato un'oasi di pace. Circondato dalla stima dei suoi seguaci e discepoli, ed avvolto dall'amore intelligente e dall'affetto della moglie, che non solo lo capiva, ma partecipava anche ai suoi studi, finalmente ricco grazie ai guadagni del suo lavoro, ebbe una vecchiaia robusta, priva di debolezze fisiche e di stanchezza mentale, e concluse la sua lunga carriera con una morte serena il 2 luglio 1843.

Questa è in breve la storia del fondatore della dottrina omeopatica. Nel corso del XIX secolo essa si affermò stabilmente in Europa e soprattutto negli Stati Uniti, dove nel 1900, 15000 dei 100000 medici praticanti si definivano omeopati.

Con l'affermazione della teoria batterica, però, l'omeopatia entrò in una fase di declino. Soltanto l'esistenza di farmaci e medicine che agivano "contro" una origine batterica della malattia sembrava legittimata, e si ritenne che i rimedi omeopatici, la cui modalità di azione non era pienamente compresa, svolgessero un ruolo marginale nella lotta contro le malattie infettive. In tutti i paesi la graduale scomparsa dell'omeopatia agli inizi del XX secolo fu interpretata dalla maggioranza allopatica come la sostituzione di una pratica medica vecchia e superata con un'altra più moderna e scientifica.

Negli anni 60 tuttavia l'omeopatia prese di nuovo piede, e si stima che attualmente il suo tasso di crescita in Europa, USA, America Latina, Russia e India, sia circa del 10%. Pur essendo perciò una pratica ancora minoritaria, essa è nel contempo una disciplina medica affermata in quasi tutti i paesi del mondo. Nell'attuale riscossa dell'omeopatia la storia si ripete: questa disciplina si afferma infatti con successo ogni qual volta la medicina allopatica finisce in un vicolo cieco. Così fu agli inizi del XIX secolo, e così è oggi ad un secolo di distanza, quando nella marea montante delle malattie croniche è emersa una nuova minaccia, e un'industria farmaceutica eccessivamente sviluppata ha di nuovo reso il curarsi un'impresa ad alto rischio. I pazienti trovano infatti conforto nel sapere che esiste un'alternativa non tossica, non pericolosa per la loro vita, e per di più, di grande efficacia.